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martedì 9 novembre 2010

LETTERA ALLO PSICOLOGO...

"Buon giorno.
Mi chiamo M. ho 20 anni e se vi scrivo questa lettera è perchè ho un problema.
Da un po' di tempo a questa parte ho riscontrato problemi nella mia personalità, problemi di adattamento alle nuove situazioni principalmente. Vi lascio immaginare che in un anno di università ho dato solo una materia, quella più semplice del corso, per pura fortuna e casualità, o forse perchè il professore mi aveva preso a genio. Gli facevo simpatia. Però non ho imparato nulla, ne come si studia ne come ci si comporta in qesto nuovo mondo universitario, e per quanto io cerchi di riempirmi di buoni propositi e di promesse per il futuro non riesco a mantenere nulla a me stesso, come se tutto ciò che penso e che dico in realtà scivoli semplicemente dentro di me senza minimamente intaccarmi, dopo tutto và nel dimenticatoio e sono punto e a capo. Non sono un patito di psicologia, ma osservandomi ho visto chiaramente che il mio problema è la paura. Io ho paura di crescere e di cambiare. Quando penso che da quì a 10, 15 anni è possibile che io sia padre, con una mia famiglia, una moglie e tante responsabilità mi verrebbe di fare un cappio e cercare una trave, e non lo dico per fare ironia o tragedia. In questi anni ho visto un sacco di amici cambiare e diventare altro, più grandi, maturi, adulti. Mentre io rimanevo lo stesso senza cambiare una virgola del mio carattere sempre infantile e immaturo. Il colpo più grande è stato quando ho visto il cambiamento del mio migliore amico e compagno di avventure, cambiamento del quale mi attribuisco tutta la dannata colpa e che spesso guardando le vecchie foto rimpiango. Forse  la sindrome di Peter Pan, forse è normale, ma non so come comportarmi e non può andare avanti così. Ho paura di affrontare le cose nuove e mi copro con bugia e falsità dietro belle parole ed una maschera da uomo maturo e vissuto, quale realmente non sono, che mi fa apparire una persona forte e decisa. Anche il semplice fatto di mandare una lettera e non riuscire a dire a nessuno di persona quello che scrivo quì è avvilente ma significativo. Voi siete del mestiere, voi avrete visto tanti casi come questo, cosa dovrei fare? Prima o poi volente o nolente dovrò per forza crescere e non voglio arrivare ad avere 50 anni e stare a carico dei miei, se ci saranno ancora, ne rimanere a vita al primo anno di ingegneria. Ve lo chiedo seriamente: aiuto, ho paura.

M.
"

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