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giovedì 29 novembre 2012

La mia maledizione è il rimpianto.
È una pena che pago quotidianamente. Mi alzo al mattino e mi corico la sera pieno di rimpianti. E così morirò. Sommerso dai miei rimpianti. Annegato nel lago di lacrime mai versate. Stretto nei mille abbracci mai donati. Freddo della passione e del bene trattenuto. Gonfio e silenzioso in quel bacio rifiutato.
È più forte di me, è il mio carattere, è la mia maledizione. Qualcosa mi blocca, mi impedisce di essere spontaneo. Non posso, non riesco. Come una mano invisibile che da dentro blocca ogni emozione che potrebbe disgraziatamente affiorare. Questo bloccarmi non loda nessuno dei miei sensi ne il mio orgoglio. Accresce i miei rimpianti. Un uomo una volta disse:"Diventiamo vecchi solo quando i nostri rimpianti superano i nostri sogni". Sono vecchio. Sono immensamente vecchio!
Mi pesa. Pensare che un giorno i miei genitori invecchieranno e moriranno. E io sarò li a fissare una pietra con su i loro nomi, nella XXIII strada di un cimitero di paese, pensando a quante volte potevo abbracciarli e non l'ho fatto. Quante cose potevo raccontare loro e sono stato zitto, o addirittura mi sono infastidito. Tutte le volte che avrei potuto dire loro "Ti voglio bene" stringendoli a me e non l'ho fatto.
Non devo mostrare emozioni. Non un filo di emozione.

Primo noi siamo saggi
Secondo noi abbiamo compassione
Terzo noi siamo sinceri
Quarto noi siamo coraggiosi
Quinto noi siamo pasienti
Ripeto in testa queste frasi, ormai per me senza senzo, per non pensare. Per astrarmi dai sentimenti e dalle cose che mi circondano. Per trarre forza dalla mia viltà.
Mi placa e mi schiaccia. Sono prigioniero, schiavo e servo di me stesso. In cerca di lode ed approvazione. Vile nel cercarle.
Forse è questo. Non sono maturo, non sono Uomo. Non ho il coraggio di ammettere le mie debolezze e vedo come tali quelle dei sentimenti. In cambio essere falsamente umile, falsamente buono, essere di circostanza. Mi riempie l'orgoglio. Che meschino che sono. Anche se comunque devo ammettere di essere bravo nel capire cosa può portare le persone a gratificarmi.
Non riesco a cambiare punto di vista. E come si fa?
Faccio schifo. Il peggio è esserne coscienti.
Mi osservo spesso. Vedo come mi comporto. Da questa parte del muro. Ma non intervengo. Non muovo un dito per fermarmi, per correggermi. Mi lascio andare alla deriva.
Un giorno potrò abbracciare le persone che amo solo nei miei sogni.
Un giorno la mia anima brucerà all'inferno tra i dannati. In un girone creato di proposito per quelli come me, con le sofferenze più atroci fino alla fine. Nei secoli dei secoli...
Amen!

sabato 10 novembre 2012



Klimt - Allegoria della Musica



Non chiedetemi come, ne perchè...
non so chi, ne come, ne quando e tantomeno perchè Qualcuno sia riuscito a chiudere l'essenza della vita umana nella combinazione di 12 tasti...