Alcuni ritratti d'autore portano con se le informazioni sugli Autori. Premi sul dipinto per andare nelle pagine di visualizzazione.

lunedì 16 settembre 2013

Mancanza

Mancanza, come un vuoto nero alla sinistra nel petto.
 Misto ad un senso di freddo ed inadeguatezza, Mancanza.
  Amarezza che sa di miele. Buio illuminato dal ricordo di stelle.
   È il dolore dorsale di un peso invisibile ma reale, il dover sopportare l'idiozia della propria apparenza, la parvenza e l'imbarazzo della sincerità mancata, altra Mancanza.
Il cedere alla debolezza della nebbia oscura del vizio, sete malefica di virtù, rifugio di codardi, incoerenti, incoscienti e pazzi.
Perchè il vizio ti prende e ti  divora e non puoi smettere, non puoi essere ne deciso ne coerente, ne determinato ne sicuro, sei solo e povero dinnanzi al tuo vizio, al subdolo gioco che, per scherzo, è cresciuto sulle tue mani, tra le tue labbra, lungo la schiena e fin dentro, nel midollo, dove insipido crea imbarazzo e mistero ergendo muri che ne preservino l'esistenza, murando te con lui. E ti ritrovi alla fine privo di ogni scelta, prigioniero di un momento che doveva essere esperienza di un momento e non certezza oscura di impossibile e tanto agognato urlo. Girando tra muri e porte chiuse dall'interno, stringendo codardo la maniglia incapace di uscire. Nascosto nell'evolversi del tuo male, che per proprio diletto e protezione spinge mente, occhi e mani nel ripetersi vorticosamente creando nella routine del gesto un effimero e sempre cangiante piacere, un piccolo pezzo di paradiso su nuvole di cenere e zolfo. 
Mancanza, troppo distante dal momento reale, troppo effimera per darmi una speranza di salvezza. Crine corvino e morbido miele, inutile scusa di distanza temporale. Inutile apparenza e parvenza. Guscio rigido e robusto. Velata di arroganza matura, piccola ed innocente creatura.
Mancanza, insaziabile bisogno di recuperare ed avvolgere il tempo. Mancanza, oceano infuocato di passi assenti. Mani vuote tese al buio. 
Mancanza, gibbosa pesante e schiacciata. 
Gioventù, spenta nel lampo di una legge infranta, che ti svuota velocemente di lunghe essenze e pensieri.
Posso continuare a scrivere per tempi infiniti cose simili al nulla, che hanno un senso solo per il me di adesso, ma a che prò? Cioò che resta è solo questo... Mancanza.