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giovedì 7 agosto 2014

Ciao Soffio, 
ho deciso di scriverti, da qui, qualche volta. Per raccontarti qualcosa. Come per parlarti anche se non avrò modo di avere risposta e rimarrà tutto un monologo. È una cosa da malati, vero? Ma in fondo sto vivendo questa strana malattia ormai da sedici giorni. Già, è da tanto che non ci sentiamo, è passato davvero parecchio tempo. Troppo. Immagina lo stupore e lo shock nel vedermi buttato fuori a quel modo. Il tuo tranciare di netto, il tuo tranciarmi di netto. Ti ho visto farlo una volta con lui. Levarlo a forza dalla tua vita. Dicesti che è così che fai con chi non merita di farvi parte. lui è entrato ed io ho preso il suo posto fuori. Mi ha fatto male. Non capivo, non riuscivo a comprenderne il motivo. Come se ti avessi fatto male. L'ho sentito, dentro, mentre lo facevi, e ho sentito che la cosa ha fatto male anche a te. In sogno mi hai detto che l'hai fatto per il mio bene. Il mio bene. Il mio bene. È come un eco sordo, un ricordo distante di affetto e di avvenimenti che non capisco se sono stati solo nella mia testa, nei miei sogni, o se li abbiamo vissuti insieme. In un altra vita magari. Riecheggiano queste parole nella mia testa vuota. Troppo impegnata ad imparare ed interpretare il nuovo mondo in cui mi trovo. In piena quota, libero, capace di fare ogni cosa io voglia fare. Ah, ho eliminato il visualizzatore di ingressi. Semmai, cosa che so non accadrà (immagino tu nemmeno consideri questo blog, o al più immagini io l'abbia cancellato), dovessi venire a visitare il blog, puoi leggere con calma. Io non lo saprò mai. Potremo stare un po' vicino, come abbiamo sempre fatto. Senza imbarazzo, ognuno in compagnia costante dell'altro, finché ne avremo bisogno.
Le giornate passano ripetitive, sto leggendo. Mi ero prefissato di farmi risentire appena il libro fosse finito. Che tu sia per me il coltello. Ma sono stato troppo lento. Poi sono mancato per un paio di giorni, mi è scaduto il contratto, e quella frase dell'equilibrio stabile e quella frase delle virtù e dei peccati su di se.
E quello che un giorno avevo visto per gioco, per prova, si è manifestato come un incubo. Non me l'aspettavo. Onestamente, pensavo che ad un certo punto ci saremmo risentiti. Più calmi, più presenti. Mancano 139 giorni a natale. Mi manchi. Non immaginavo si potesse tanto. Spero davvero che tu possa essere consapevole e felice. Non so più che scriverti per adesso, forse più in la, forse subito, forse mai. No, mai no, non mi piace come parola. Ho ritrovato il mio istinto. È ancora molto debole, ma lo sto lasciando crescere, mi lascio guidare e ammortizzo le cantonate con il carattere e la forza che non sapevo di avere. C'è una cosa che non hai capito in questo periodo: la forza che si nasconde dietro la debolezza di chi ci ama.
Io stesso l'ho percepita solo da qualche giorno. Non ho più ansia ne timori. Cammino a testa alta. Uso essere sincero con me stesso, sempre. Mi ascolto di più. Vivo. Ho trovato una forza intrinseca che ti vorrei mostrare. Mi sono ritrovato ad essere un mulo, ribelle e libero. Libero. Il concetto libero di libertà che avevo abbandonato per un servile senso di gratitudine. Essere vile e servile e non più libero e felice. È stata dura uscirne, ma ho avuto una buona spinta. Spinta che di tanto in tanto mi piacerebbe riabbracciare. Ogni tanto rivivo quell'abbraccio, sull'uscio della tua porta. O il bacio sulla guancia davanti l'ascensore. E quelle ultime parole dietro al vetro. "Devi sorridere, non piangere". Mi sveglio la mattina pensandoti. E solo quando ritrovo la forza riesco. Non sto diventando forte solo dentro. Mi sto fortificando anche fuori. Non riesco a non pensare a come adesso stai ancora, di nuovo, con lui. Non sono affari miei, lo so. Ma se ripensi a quello che ti ha fatto, come puoi? E mentre tu sei immersa nella fusione dei corpi, nella lussuria e la libido. Io mi fondo nel ferro nell'acciaio e nella lava. Ho provato anche a farmi male. Ad andare contro la maggior parte dei principi che mi sono imposto. Molti sono decaduti. Erano inutili. Uno solo è rimasto. Ne abbiamo parlato in macchina, una volta. Fare l'amore senza sentimenti. Come gli animali. Puro e semplice sesso. Il guinzaglio si assottiglia, la bestia tira. Per quanto potrò tenerla ancora a freno. Ho un desiderio matto di fare e farmi male. Come se dovessi punirmi per la sensazione di male che ho dato a te. Sono troppo tragico e melodrammatico. Lo so.
Chiudo qui...

mercoledì 6 agosto 2014

Troppo vociare, ognuno dice la sua, ogni comparsa si atteggia a protagonista, autorizzata dal falso potere della voglia di parlare a vanvera.
Io so, l'ho vista da tutti e due i punti di vista.
Io so!
Per quanto lontano, io lo so. Ti sento.

lunedì 4 agosto 2014

Un legame simile, per quanti imprecisato, è comunque un legame molto, molto, forte.

Come fai a non sentirlo, ad ignorarlo, quando il mio capo della corda vibra e urla come un ossesso nel cuore della notte?

Nessuno pensa a nessuno quando si sveglia al mattino.

Io al mattino Soffio, Soffio impertinente ad ogni pensiero, ad ogni parola, ad ogni gesto, giusto o sbagliato che sia. Soffio quanto più forte i miei polmoni mi concedono, ed ogni giorno questo Soffio cresce, con la mia forza, la mia consapevolezza, il mio essere presente. Soffio scacciando i mali immaginari che mi sono costruito. Soffio scalfendo la dura pietra a petto nudo. Soffio perché ormai è l'unica incessante fonte di certezza. Soffio per essere uomo, Soffio perché imparo a credere in me stesso. Soffio sul controllo che non ho più, al quale ho rinunciato, quell'illusione di poter essere al disopra di ogni altra cosa, poterla dirigere e controllare, io non sono Dio, non sono il mio e non lo sono di nessuno. Io sono ME. E mi accetto finalmente in ogni singola parte, in ogni pazzia e ragione, in ogni frase. Mi accetto e so chi sono. Ho preso consapevolezza, forza... ragione di me.

Mi stupisco, come l'essere umano abbia da gestire il suo tempo centellinato, e con tutto ciò, resto ancora fermo sul ciglio dei binari, aspettando un treno che di certo non tornerà mai più...

Treno che desidero tanto riafferrare ...
... per un Soffio...