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sabato 7 gennaio 2012

Ho voglia di fare male. Di farmi male.
Di imporre all'anima uno strazio perenne. Tingere di pece e petrolio le pareti del cuore e dare fuoco. Vedere le poche gocce di fluido evaporare. Sentire essiccare e avvizzire in strazianti urla quello che fino a qualche tempo prima batteva poderoso.
Voglio che il fango, misto alle lacrime, riempia gli occhi delle persone che mi circondano. Vorrei sentirle urlare di paura e dolore. Vorrei che lo strazio pervadesse le loro anime. Vorrei io essere la causa di tanto male.
Non vedo più un motivo valido perchè il bene perpetui attraverso me.
Sono avaro. Sono finto. Sono falso. Sono inutile. Sono ipocrita.
Sono tutto ciò che odio, tutto in un solo unico involucro di nauseabonda pudrida carne.
Sono infido e doppiogiochista.
So creare. Ma la voglia di distruggere è sempre enorme.
L'equilibrio si è spezzato, non sono capace di recuperarlo da solo. Lei mi aiuta. Lei mi è vicina. Ma oramai non basta nemmeno Lei. Ho chiuso. Ho chiuso il mondo fuori. Ci sono io. E c'è la vibrazione del portone chiuso e puntellato.
Ci sono il buio e la miseria. E sono due ottime compagne per covare odio. Sono due preziose alleate per apparire raggiante fuori e morire dentro.
Perchè ci limiteremo a fare questo.
Finchè il giorno non sarà maturo e apriremo quel portone.
Vivremo solo per quel giorno.
Il giorno in cui riusciremo a fare del male.

A TUTTI.

[punto]e[virgola]


"Maschera del dolore" di Adolf Wildt

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