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giovedì 13 settembre 2012

Ombre!

Ho visto la mia ombra: è quella di un giullare. Ha i piedi enormi e i pantaloni larghi. Mi guarda fissa. Fa freddo, 1000 metri sul vulcano. Comico il mondo...
Mi imita, passeggia con me, le volto le spalle: mi segue. Lei volatile incatenata da un lampione ad un involucro di carne ed ossa.
La sento urlare in silenzio. Ogni mio passo la calpesta, l'allunga e restringe. Mi odia.
O forse sono io ad odiare me stesso tramite lei.
Mi odio per le mie stupide fisse e le indecisioni. Perché mentre io sto a pensare, con l'una o l'altra testa, lei, la mia ombra, si curva ed invecchia. Non una ruga la tradisce. Ma la stanchezza delle lunghe passeggiate notturne la stanno lentamente consumando. Sbiadisce, ma non ne è causa la luna, ne alcuna fonte di luce. Questo cielo perfetto di stelle lucenti non mente. La causa sono io. Solo io.
Non so chi sono, ne di chi quell'ombra sarà tra dieci, venti o cento anni. Se non di polveri e cassa di legno, s'intende.
So solo indecidermi, se mi lasciate passare il termine.
Ho capito per certo che ogni scelta è una rinuncia.
Ma io chi voglio rinunciare ad essere, il ricco signore dei bordelli o il modesto musicante di strada. Libero a guardar danzare la mia ombra su e giù per i muri delle case e le strade.
Mentre il freddo riempie i polmoni e San Rocco scende a concedere un sogno notturno anche ad un in deciso con il mondo ai suoi piedi.
Già il mondo è ai miei piedi, il mondo è la mia ombra.
Notte!

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