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domenica 23 ottobre 2011

E alla fine si capisce come tutto ruoti e giri in un cerchio chiuso. Nulla inizia nulla finisce, tutto muta e si trasforma in ciò che per divenire dovrà essere.
E scopri che l'unica cosa capace di saltar fuori da questo cerchio sono i ricordi. L'unica indistruttibile traccia di umanità sono i ricordi.
Quando basta una nota, un colore, un profumo... i ricordi prendono un nome altisonante e sconosciuto.
I ricordi prendono la forma di un faro che squarcia il cielo di notte.
I ricordi diventano sogni, sogni di desideri irraggiungibili.
I ricordi, l'unica cosa alla quale rinuncierei volentieri, ma che non darei via per alcun motivo.
È doloroso aprire quel cassetto dei ricordi. Sembra pesare una tonnellata. E spesso si apre da solo colpendomi pesantemente alla testa. Lasciando lividi invisibili sulla pelle. Cozzando con prepotenza su ferite lente a richiudersi. Mischiando emozioni e sentimenti contrastanti.
Odio la fonte dei miei ricordi. La odio nella stessa misura in cui la amo.
E tuttavia questo contrasto mi lascia spesso indifferente, a fissare i confini di un mondo che da solo non avrei mai scoperto, ma che è troppo grande per una persona da sola. E i ricordi tutto fanno, tranne che compagnia.
Almeno questi...

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